Sapore di primavera
Avevo pensato: “Voglio costruire un castello perchè non sia facile buttarlo giù”. Sono passati due mesi da quando ho cominciato a piazzare mattone dopo mattone.
Ed oggi, in corrispondenza dell’inizio della primavera, ho sistemato anche le ultime merlettature, gli ultimi esuberanti pennacchi.
C’è un qualcosa di stupefacente nel comprare pezzi di legno, tende e ordinare oggetti vari, per poi combinarli insieme e darne una forma nuova, con le proprie mani. Vedere che ogni idea è uscita esattamente come l’avevo immaginata. Si può toccare, è reale.
C’è un qualcosa di sorprendente nel costruire gli ingranaggi, dente per dente, oliarli, settarli, fino al giorno in cui li guardi e cominciano a girare davvero.
C’è un qualcosa di disarmante nel voler guardare il sole ad occhi aperti.
C’è un qualcosa di magnifico nel godere della partecipazione di tutti voi. Il calore dei vostri fiati, delle vostre impressioni, la vostra carica donata a me, ma in fondo per potervela gustare anche nei vostri pensieri, nella vostra vita.
C’è un senso di stupore nel capire che non ho tirato su solamente un castello. Una fortezza appariscente dove rinchiudermi e farmi notare quanto più possibile.
Quel che è sceso insieme al mio sudore è tutta la mia anima e la sua innata fame di umanità.
Stavolta, credo di star dipingendo il mio personalissimo capolavoro. L’espressione massima di tutto ciò che sono finora; quell’oltre, dove oltre non c’è.
Io vi aspetto e prometto in cambio di farvi sorridere e caricarvi allo stesso tempo.
Pura vida mi gente.
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