In risposta all'Illustrissimo Celli ed al suo articolo su "La Repubblica" dal titolo: "Figlio mio, lascia questo paese"
Vorrei avere davanti per 5 minuti il direttore generale della Libera Università internazionale degli studi sociali, Luiss Guido Carli.
Non vorrei rappresentare la società italiana rissosa come lui crede, tanto meno la gioventù. Non lo aggredirei, non gli urlerei contro come fossi in un talk show, non punterei il dito destinandolo all’isolamento, niente di tutto questo.
Tenterei piuttosto per un momento di spiegare quale sia il problema, quindi la soluzione.
E' proprio per colpa di questi "sfoghi" personali e depressioni deleterie che il nostro paese non ritrova le ali. E’ proprio per colpa di una totale mancanza o rinnovo di una morale giusta, che la società soffre di sintomatiche patologie come fosse un malato terminale.
Ma la cura esiste e non è sicuramente nello scappare:
“Illustrissimo Pier Luigi Celli, io non so che vita lei abbia condotto finora e cosa si augura per noi, io non so dove abbia appreso il giusto e lo sbagliato, i parametri del bene e del male, se sia un classista o di larghe vedute, severo o dal polso morbido, se la sua ottica è stata assimilata solamente dal suo indiscutibilmente alto punto di vista o se si è mai calato in vari panni.
Io non so quale sia la sua visione di uno scopo della vita e se ne è mai stato incuriosito tanto da chiederselo.
Io non so se questo messaggio mai le arriverà, né se le potrà portare anche una piccola forma d’interesse sapere cosa pensa un chiunque.
Ma quel che posso dire è che il chiunque è molto vicino alla sua situazione; chi le scrive è figlio di una vecchia nobiltà che non avrà mai la possibilità di raggiungere.
Uno di quei giovani emigrati qualche tempo fa proprio per colpa di questi pesi ingiusti. Un risultato di una depressione evidente che, per rifiuto, ha tentato di conoscere con i suoi occhi buttandosi in un mondo più ampio, cibandosene in prima persona.
Partito con un biglietto sola andata, vissuto inizialmente in una casa coperta di scarafaggi lavorando come custode notturno, finito in un modesto attico tropicale campando di rendita con rampolli di un’internazionale borghesia perbenista.
Illustrissimo Pier Luigi Celli, nel mio migrare in porti di mare ho incontrato ragazzi da tutto il mondo: inglesi, spagnoli, francesi ed europei di ogni dove, americani, australiani, asiatici, africani, arabi.
Le assicuro che erano di ogni stirpe, classe e veduta. Le assicuro che ho tentato di capire ognuno di loro collocandoli poi in una visione più ampia.
Illustrissimo Pier Luigi Celli, le assicuro che per quanto nel mondo ci siano società diverse, culture diverse, quindi luoghi diversi, diversi pregi e difetti, l’Italia e gli italiani hanno davvero poco di concreto da invidiare al resto del mondo. Tanto che son tornato speranzoso.
Ci lamentiamo di una politica indubbiamente distante ma mi chiedo in quale parte del mondo non lo sia stabilmente, e comunque non è scappando che si potranno risolvere le problematiche. Le consiglio di scendere per strada o se non sa dove, dirigersi, partecipare ai nuovi salotti “on-line” dove troverà giovani che ogni giorno combattono per tentare di migliorare millimetro su millimetro ogni passo. Le consiglio di scrivere una lettera simile anche a loro.
Ci lamentiamo di una società sempre più ignorante, ma se parliamo di massa, mi chiedo in quale parte del mondo una buona parte non lo sia, e comunque non è scappando che si potranno risolvere le problematiche. Le consiglio di scendere per strada ed annusare l’orgoglio che ogni italiano porta in seno per vivere nel suo pezzetto di terra che per ogni centimetro è denso di storia secolare. Le consiglio di farsi portare da loro nei luoghi più interessanti, farsi raccontare una parte di quella storia, le chiedo di farsela scrivere e possibilmente mandarla per e-mail. Noterà che come massa ignorante ha sicuramente un livello notevole.
Ci lamentiamo di un’economia depressa ed instabile, senza futuro, ma mi chiedo in quale parte del mondo non lo sia, e comunque non è scappando che si potranno risolvere le problematiche. Le consiglio di aprire gli occhi e capire che siamo una nazione storicamente potente, con potenzialità infinite e risorse ampissime. Stiamo passando una crisi mondiale e ci stiamo nuotando dentro con difficoltà, ma è guardando le nuove prospettive che potranno migliorare le cose. Quelle nuove prospettive che solo le nuove reclute, con il loro fresco acume, sanno osservare, carpire e diffondere.
Ci lamentiamo della mafia, ed anche qui paradossalmente mi chiedo in quale parte del mondo non ci siano atteggiamenti mafiosi, e comunque non è scappando che si potranno risolvere le problematiche. Le consiglio di partecipare alle iniziative dei gruppi giovanili, di conoscere e documentarsi su ciò che fanno alcuni veri e propri angeli per diffondere notizie, informare o proteggere chi vive nella paura. Le consiglio di scrivere una lettera simile anche a loro.
Illustrissimo Pier Luigi Celli, lei chiede pubblicamente a suo figlio, e quindi a tutti noi, di prestare ascolto e prender per buoni i suoi consigli. Lei, con la sua autorità, sta chiedendo ad ognuno di noi di gettare nel fango secoli di storia, di mollare. Parliamo di un orgoglio nazionale al fronte di un potenziale, ma non di certo sicuro, successo economico. Siamo uomini o cavallette?
Illustrissimo Pier Luigi Celli, la storia di una nazione è costruita con il sacrificio di tutta la popolazione, una popolazione che deve essere fiera di appartenere ad una bandiera che vuol dire storia e costume ed impegno. Una realtà cupa come quella attuale, si può cambiare. Ma vede, lei, proprio proclamando i suoi errori di padre ed usando la sua posizione illustre, ne ha commesso uno nuovo.
Mi chiedo perché lamentarsi dei fallimenti di una generazione dirigenziale scaricando poi le frustrazioni su quella che sta tentando di reagire.
Perché non tentare di aiutarla con le armi che si hanno?
Perché, l’unica cura possibile per tutti noi, Illustrissimo Pier Luigi Celli, è un sincero e consapevole ottimismo. Un sostegno morale.
E’ un compito arduo, parlo per primo anche a me stesso, chi non se la sente è libero di fare ciò che vuole, ma almeno, Illustrissimo Pier Luigi Celli, possiate voi non remarci contro.
Ferò - Comecostruirsiilfuturo.com
5 Commenti:
Approvo interamente il contenuto e la passione con cui è espresso, spero che lo leggano in tanti.Grazie
bravissimo. complimenti per il testo. Sono della stessa idea anche io e, così spero lo siano molti italiani. grazie
Mi dispiace, non condivido una riga di quello che hai scritto. Lo dico con pacatezza, senza aggredire.
Abito e lavoro all'estero da 8 anni.
Da trentenne dico che il tempo che mi resta per avanzare professionalmente, diventare piu' ricco di quello che sono e avere una buona pensione non è molto.
In Italia è impossibile avere un futuro roseo.
Se ho delle capacità, non vedo perchè non dovrei monetizzarle.
1 e 2: Vi ringrazio e lo spero anche io. Un abbraccio
3: Fai bene ad esprimere il tuo parere. Ma credo sia una questione di scelte. Io ho scelto di tornare, a te auguro la migliore vita possibile.
L'ottimismo è sicuramente un'arma vincente nella vita, ma l 'Italia è un paese che tarpa le ali ai giovani,è un paese per vecchi (giusto x citare i fratelli coen), ho vissuto all'estero, in 2 Nazioni del nord europa, e anch'io sono stata a contatto con svariate razze, (arricchimento senza pari tra l 'altro), x motivi di studio sono tornata, ma riparterei seduta stante. Credo che a breve lo farò.La fuga dei cervelli è doverosa in Italia,un paese che non dà spazio ai giovani,non incentiva.Fà piacere vedere l 'ottimismo di Feron,e gli auguro di vincere la sua battaglia,magari i miei figli ne godranno i frutti, ma il mio essere realista, mi obbliga a muovermi. Conosco una persona laureata a cui in Italia hanno offerto al primo stipendio €800,00,non contento, trasferitosi in Germania mandava lettere raccontando che il primo stipendio nel ruolo che gli spettava, per la specializzazione che aveva, era stato di €5000,00 ma di cosa stiamo parlando?
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